
O almeno, questo è quanto leggete normalmente.
Perché la realtà è un po’ diversa, ed è fatta anche delle oltre 12.400 donne che, come She Works for Peace, abbiamo supportato in quasi due anni di attività.
Come?
Con Bale Khanom – Pronto Signora – ad esempio, un progetto reso possibile dal generoso supporto del Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo.
Un centralino tutto al femminile, gestito da donne formate per accompagnare altre donne in diversi ambiti d’impresa: dal management al marketing, dalle vendite alla contabilità, e molto altro.
Dopo il successo del primo anno, il progetto continua ancora oggi, e solo nei primi due mesi ha già accompagnato oltre 1.000 nuove imprese femminili.
Tra loro c’è anche quella di Mina, che gestisce un piccolo impianto per la produzione di acqua in bottiglia: un settore insolito in un Paese dove molte imprese femminili si concentrano sul ricamo, la sartoria o l’artigianato.
Per vendere il suo prodotto, Mina doveva affidarsi a trasportatori esterni per le consegne, che trattenevano parte dei suoi guadagni e ne frenavano la crescita. Oggi però, grazie al percorso fatto insieme, ha imparato a gestire al meglio le finanze aziendali per comprare un mezzo e far crescere la sua attività.
La sua è solo una delle molte storie che ci arrivano ogni giorno e che ci mostrano quanto la realtà femminile – soprattutto in Afghanistan – sia molto più ampia e complessa di quanto leggiamo.

